I ravioli di Gavi

“Di Gavi in Gavi” è l’evento estivo volto a promuovere il “Grande Bianco Piemontese” ed il suo territorio.
Si tratta di un’occasione unica per scoprire le terre dove viene prodotto il Gavi DOCG ed intraprendere un viaggio sensoriale tra arte, buon vino, folklore e degustazione di piatti tipici.
Winelovers ed enocuriosi si ritrovano tutti insieme, in questo piccolo angolo del Piemonte, per assaporare in prima persona il Gavi accanto a piatti straordinari.
Oggi, in occasione di questo evento, ti presentiamo un piatto tipico di Gavi: i ravioli.
In Piemonte esistono svariate versione di ravioli, è vero, ma la leggenda vuole che questi ultimi siano nati proprio a Gavi tra il XII ed il XIII secolo all’interno della locanda della famiglia Raviolo, da cui il piatto prenderebbe il nome.
La leggenda narra che numerosi mercanti si avviassero sulla grande strada sterrata che collegava Genova a Gavi carichi di sale e spezie per il commercio. I mercanti, quando giungevano stanchi e affamati, trovavano un confortevole ristoro nella locanda di messer Raviolo che li saziava con un piatto molto particolare da lui inventato.
La sua idea, che battezzò “i ravioli”, regalava ai viaggiatori buon umore ed un grande senso di appagamento nei confronti del cibo.
Il locandiere aveva cercato di “confezionare” una specie di minestra non pesante dal saporito profumo in piccoli capolavori di pasta sfoglia ben tirata e, grazie ad uno strumento di sua invenzione, riempiva la pasta con un buon impasto ottenuto da erbe aromatiche, uova e formaggio di pecora.
Con il passare dei secoli, i ravioli di messer Raviolo subirono alcune modifiche in linea con i gusti dell’epoca.
Con l’inizio del Rinascimento, il ripieno iniziò ad essere arricchito con carne di castrone, scarola e borragine; dall’agnello si passò al bue, al maiale, al petto di pollo ed infine al coniglio. Dal formaggio di pecora si passò al pecorino sardo ed al parmigiano.
La ricetta “ufficiale” dei ravioli di Gavi è gelosamente custodita dall’Ordine Obertengo dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi che da oltre 40 anni si occupa con grande impegno di promuovere:
- Il raviolo gaviese che nacque durante il Marchesato di Gavi
- Il vino Cortese di Gavi
- La gastronomia locale con lo scopo di salvaguardarla.
La testa in cassetta è un altro piatto tipico della tradizione divenuto recentemente presidio SlowFood
Poco tempo fa, in un’intervista, alcuni cavalieri hanno rivelato un piccolo indizio: per il ripieno si utilizza carne magra di maiale e di manzo, salsiccia, borraggine e maggiorana; mentre la sfoglia di pasta deve essere preparata con poche uova da risultare quasi trasparente.
Ci sono 4 diversi modi per servire i ravioli di Gavi perfettamente abbinabili ad un calice di Gavi DOCG di Tenuta San Lorenzo:
- “u tuccu”: i ravioli vengono serviti con un sugo di carne tipico genovese che si ottiene rosolando la carne di manzo nell’olio di oliva extra vergine su un soffritto di cipolla, carota, sedano e funghi. Profumato, successivamente, con aromi quali rosmarino, alloro, prezzemolo e un po’ di aglio. Non appena la carne risulta disfatta vi si aggiunge la salsa di pomodoro ed un bicchiere di vino. Tempo di cottura 8 ore.
- in una scodella di vino
- al brodo di gallina
- a “culo nudo” ovvero scolati e senza condimenti, solo una spolverata di parmigiano
“Non ti resta che assaggiarli, qualunque versione sceglierai dal menu ti lascerà piacevolmente soddisfatto, ma non dimenticare: solo accanto ad un bicchiere del nostro Gavi DOCG i ravioli di Gavi raggiungeranno la perfezione” Mirella